Grey on Black, 2017
stampa analogica su carta baritata
30x42cm
Destinato a costruire templi per far si che l’anima e il dipinto parlassero, si incontrassero in un attimo di pace e cruda realtà, ma continuamente dilaniato dal dolore della vita che passerà ad essere nera, Rothko ha visto, forse troppo, ed è per questo che ha scelto di non vedere più. Rimasto “accecato” dalla troppa luce, ha scelto l’oscurità. Le sue opere, come superfici cosparse di sali d’argento, si sono impressionate di fronte a questa forte luce, annerendosi, bruciate. Ma se concepiamo le sue grandi tele come immensi negativi fotografici, allora mancherà ancora un passaggio da eseguire: tutto è ancora da sviluppare, da impressionare, e il negativo ribalta la visione, fitrando con il nero la luce e bloccandola. Ritorna il chiaro, respiro dell’anima che ora è leggera e vola libera da oppressione, dolore, fallimenti. Un chiaro consapevole, silenzioso e pacifico, in unione con il mondo circostante.