Il progetto rappresenta un restyling dell’ ormai famosa Lotus Elise.
La nota casa britannica, conosciuta per il suo carattere fortemente sportivo ed aggressivo, ha sempre molto puntato su questo modello che dal lontano 1996 sfreccia sulle nostre strade trasformandosi negli anni, mantenendo sempre quell’impronta forte e pura che fa di lei un vero e proprio punto di riferimento della sua categoria.
La parte anteriore è caratterizzata da un muso più basso, che tende a valorizzare le prese d’aria con alette in fibra di carbonio laterali e quella più grande presente su cofano.
L’automobile guadagna centimetri in altezza e lunghezza; i fianchi più alti e spigolosi saltano subito all’occhio, come del resto la grande linea che “taglia” l’auto in due, importante perché è la base per la presa d’aria laterale (molto più grande e spigolosa) ed asse portante del posteriore.
Il posteriore risulta molto semplice con alcuni piccoli accorgimenti per ridurre l’attrito dell’aria che si presenta sotto la vettura.
Accorgimenti nel design al fine di ottenere prestazioni migliori sono presenti anche nel tetto dell’auto, dove non passano di certo inosservati i due montanti “a punta” che tendono a catturare l’aria ed accompagnarla fino alla coda, con il risultato si ottenere una tenuta di strada migliore.
''Vestizione'' della Lotus Elise per quanto riguarda il progetto LOTUS RACING, che porta su pista le sue vetture caratterizzate ormai dal colore nero/verde e bande oro con la quale affronta le più importanti sfide automobilistiche.
In conclusione abbiamo davanti una Elise diversa, nuova, con molte idee e modifiche, che se fatte nei punti giusti, conservano la sua linea che l’ha resa famosa per ormai diciotto anni. Accorgimenti che le consentono di strizzare l’occhio ed essere più competitiva con le sorelle maggiori, sia per quanto riguarda le prestazioni che per il design, omaggiando una delle più grandi spyder della casa di Colin Chapman.
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