Questo progetto nasce dalla riflessione riguardo il tema della fruibilità dei luoghi della cultura, come i musei, da parte di un’utenza sempre più ampia e diversificata. In particolare, ispirandosi anche alla concezione del “Design for all”, la volontà è quella di rendere accessibile la conoscenza anche a una categoria di persone generalmente poco considerata, quale è quella dei disabili cognitivi.
Come viene espresso nell’articolo 27.1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’accesso alla cultura deve essere garantito in egual modo a tutti i cittadini, sia a livello fisico che a livello intellettivo. Per questo motivo è necessario immaginare contenuti e contenitori come formati da layer sovrapposti, ognuno dei quali sia comprensibile ad un target particolare.
I principi cardine sui quali si fonda il concept di questo progetto sono due:
1- La conoscenza è un diritto di base e dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini: un adeguato riallestimento di alcuni musei potrebbe renderli maggiormente appetibili e comprensibili a differenti generi di pubblico, ai quali fino ad oggi non si era pensato.
2- I luoghi della cultura sono luoghi della socialità: Umberto Eco sottolinea come i luoghi della cultura debbano essere configurati come “osterie”, immaginando una riflessione di questo concetto anche nella struttura fisica del posto, con aree comuni dove discutere, relazionarsi e condividere conoscenze.
Come suggerisce anche Giovanna Vitale, i musei possono diventare quindi ambiti di socializzazione.
Il nuovo allestimento museale sarà quindi caratterizzato da nuove postazioni interattive così come da ambienti multisensoriali ed in grado di suscitare emozioni.
Il museo non è più configurato per settori, ma diventa uno "spazio della narrazione", ovvero un luogo che ha l'obiettivo di raccontare una storia, anche tramite gli oggetti che espone. Questo "viaggio nel tempo", supportato dalle tecnologie più avanzate, permetterà una maggiore comprensione di argomenti complessi anche ad un pubblico di disabili cognitivi.
Come viene espresso nell’articolo 27.1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, l’accesso alla cultura deve essere garantito in egual modo a tutti i cittadini, sia a livello fisico che a livello intellettivo. Per questo motivo è necessario immaginare contenuti e contenitori come formati da layer sovrapposti, ognuno dei quali sia comprensibile ad un target particolare.
I principi cardine sui quali si fonda il concept di questo progetto sono due:
1- La conoscenza è un diritto di base e dovrebbe essere garantito a tutti i cittadini: un adeguato riallestimento di alcuni musei potrebbe renderli maggiormente appetibili e comprensibili a differenti generi di pubblico, ai quali fino ad oggi non si era pensato.
2- I luoghi della cultura sono luoghi della socialità: Umberto Eco sottolinea come i luoghi della cultura debbano essere configurati come “osterie”, immaginando una riflessione di questo concetto anche nella struttura fisica del posto, con aree comuni dove discutere, relazionarsi e condividere conoscenze.
Come suggerisce anche Giovanna Vitale, i musei possono diventare quindi ambiti di socializzazione.
Il nuovo allestimento museale sarà quindi caratterizzato da nuove postazioni interattive così come da ambienti multisensoriali ed in grado di suscitare emozioni.
Il museo non è più configurato per settori, ma diventa uno "spazio della narrazione", ovvero un luogo che ha l'obiettivo di raccontare una storia, anche tramite gli oggetti che espone. Questo "viaggio nel tempo", supportato dalle tecnologie più avanzate, permetterà una maggiore comprensione di argomenti complessi anche ad un pubblico di disabili cognitivi.